02. Tempo di migrare
Persone che vanno, persone che restano. Col cazzo che il lutto finisce dopo 2 anni. Il mondo sta crollando, e io cerco strategie per resistere, ma non necessariamente per restare.
Il 1° febbraio 2025 ho affittato il mio appartamento di Milano. Intanto per 5 mesi, poi si vedrà.
È stata una delle decisioni più toste della mia vita. Perché quello non è solo un appartamento: è un simbolo. Di un progetto di vita interrotto violentemente per la morte improvvisa di Federico, della mia non autosufficienza economica, di un radicamento che mi rende infelice, di una sicurezza che ha tutto l’aspetto di una gabbia d'oro.
Ho preso la decisione di lasciare quell'appartamento a giugno 20241. A inizio anno mi ero data un aut aut: o fatturo almeno 30.000 euro, o me ne vado, perché non posso permettermi di passare un altro anno (il quarto) in perdita2. A questo si sono aggiunti quasi 6.000 euro di spese straordinarie di condominio, non previste. Ho mancato le ultime 2 riunioni, convocate irregolarmente, e sono stati decisi lavori importanti senza che lo sapessi3.
L'anno scorso non ho mancato di moltissimo il mio obiettivo di fatturato, ma mi sono accorta a giugno che non ce l'avrei fatta a raggiungerlo. Quindi ho iniziato a fare quello che ti dicono di fare quando devi fare qualcosa di difficile: ho cominciato a dirlo in giro. “Nel 2025 metto in affitto il mio appartamento”: l'ho detto alle mie amicizie, l'ho scritto sui social. Non so quante persone ci hanno creduto, ma pian piano questa idea è diventata sempre più concreta. Una cara amica mi ha messo in contatto con 2 sue colleghe che cercavano un alloggio a Milano da febbraio. Le cose sono andate sempre più veloci, e io sono diventata sempre più esperta di contratti e assicurazioni. Ho fatto il bilancio del mio 2024, e ho capito qual era la cifra da chiedere per non rimetterci, tra tasse e spese e rischi vari.
Fare tutto questo è stato doloroso e estenuante, perché ho un’avversione atavica per la burocrazia, anche solo pensare ai soldi mi fa venire attacchi d’ansia, e sto attraversando un momento di grande affaticamento emotivo da diversi mesi. Inoltre, da quando è morto Federico, non so con chi confrontarmi per prendere grandi decisioni di vita. Col cazzo che il lutto si supera dopo 2 anni: per me in un certo senso adesso è ancora più difficile che 3 anni e mezzo fa.
Ora non ho più il sostegno di molte delle persone che mi erano state vicine. Sono quasi tutte scomparse, perché è vero che “il lutto riorganizza la tua rubrica”4. Ne ho altre, che mi hanno aiutato quando dovevo cercare di andare avanti, ma che spesso non capiscono quello che ho provato e sto provando.

Il mondo lì fuori sta crollando. Il mio mondo sta crollando. Io cerco di tenermi in piedi, ballo su un pavimento pieno di crepe.
Ci sono tanti modi di vivere il lutto quante sono le persone che lo vivono.
Forse questo è davvero il momento di iniziare a lasciar andare tutto quello che è stato, e non sarà più. È la cosa razionale, ragionevole da fare. E io so essere molto razionale e ragionevole. Ma questo non rende il momento più facile. Forse solo un po' più sereno, perché è inevitabile. Ineluttabile.
Non so che ne sarà di me nelle prossime settimane, nei prossimi mesi. Agli anni non riesco nemmeno a pensare. Vivo alla giornata, in attesa di risposte. Mi auguro di chiudere alcune attività che rimandavo da tempo. Vorrei (ri)vedere un po’ di amicizie che hanno vite troppo regolari, prole troppo giovane, lavori troppo fissi per spostarsi. Ho tanti progetti che sono in un angolino del mio cervello e non ho ancora trovato il tempo per farli uscire. Ho il progetto a medio-lungo termine di lasciare questa Italia che non mi dà nessuna speranza per qualche paese un po’ più civile, e un po’ più freddo - l’emergenza climatica non scomparirà per magia.
Questo è il mio tempo di migrare. E il tuo, qual è?
Migrano gli uccelli emigrano
Con il cambio di stagione
Giochi di aperture alari
Che nascondono segreti
Di questo sistema solare
Gli uccelli, Franco Battiato
Ancora qualche consiglio
Azzurra Rinaldi è un’economista e docente universitaria. Per BPER sta tenendo un ciclo di webinar gratuiti di educazione finanziaria pensati per un pubblico di donne. Si intitola “Oltre il rosa. Economia e autonomia secondo Azzurra Rinaldi”. Ha scritto anche dei libri che io non ho ancora letto ma credo siano fichi.
Monetine è un progetto di empowerment finanziario pensato soprattutto per donne in condizione di fragilità economica e supportato da Banca Etica.
Rame è una newsletter e un podcast che parlano di soldi in modo accessibile.
Sono Elena, ma mi chiamano anche Cassandra. Ho la fissa delle parole dacché ho memoria. Parlo di parole (anche di quelle che non esistono) come speaker e moderatrice. Insegno quanto sono potenti in corsi sul linguaggio chiaro e accessibile, responsabile e consapevole, con un focus su età, genere, neurodivergenze, morte, lutto e lavoro. Scrivo di femminismi e giustizia sociale su RSI (Radiotelevisione svizzera). Con l’associazione Caratteri Cubitali mi occupo di accessibilità digitale.
Se vuoi collaborare con me, scrivimi a info@elenapanciera.it.
Su chi va e chi resta, c’è un pezzo esilarante dello stand-up comedian Vidura Bandara Rajapaksa (per il quale ho una cotta paurosa: se lo conosci e vuoi presentarmelo…): lo trovi su Instagram, se mastichi l’inglese. Dice che “la gente che se ne va è oggettivamente migliore [di quella che resta] sotto ogni aspetto”, e poi… guardatevelo tutto, che merita.
Prima o poi parlerò di quanto costa la morte di una o un partner.
Sono molto felice di aver deciso di investire in un’assicurazione sulla casa e non solo, che copre anche l’assistenza legale. Anche se in questo caso dubito mi servirà a qualcosa.
Questa espressione l’ho scoperta nella newsletter “Ci sono parole” di
. Su RSI (Radiotelevisione svizzera) scrivo alcuni articoli al mese da più di un anno, li trovi cercando il mio nome.
Hai scritto anche un po' di me, ti ringrazio. Ma a differenza tua, questo mio periodo mi ha tolto le parole che vorrei scrivere. Quello che posso fare è abbracciarti forte e dirti che in qualche modo ti sono vicina. Anche attraverso un pugno di frasi sotto questa newsletter, se possono servire a qualcosa.
💙
sono felice di essere parte della tua nuova rubrica! ❤️